LA DISLESSIA 

E’ un disturbo specifico su base linguistica, di origine costituzionale, che ostacola il normale processo di lettura.
LA DISLESSIA E’ SEMPRE ESISTITA?
La dislessia è sempre esistita solo che oggi ha assunto una maggior rilevanza con la scolarizzazione di massa. Nei paesi in cui c’è un basso grado di alfabetizzazione c’è un basso numero di dislessici perché ci sono meno bambini che imparano a leggere. In Italia si parla di dislessia a partire dagli anni ’60. Prima i bambini che non imparavano a leggere erano considerati sol come svogliati o pigri. La lingua italiana ha un’ortografia “trasparente”cioè una corrispondenza suono-simbolo. Grazie a questa regolarità del sistema ortografico i bambini possono imparare a leggere e scrivere in poco tempo ed è per questo che l’incidenza della dislessia è più bassa rispetto ad altri paesi.
COME SI MANIFESTA:
PRIMO ANNO DELLA SCUOLA PRIMARIA:
Difficoltà e lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico e nella capacità di conversione Grafema e fonema e viceversa
Controllo limitato delle operazioni di analisi e sintesi fonemica con errori che alterano in modo grosssolano la struttura fonologica delle parole lette o scritte
Accesso lessicale limitato o assente anche quando le parole sono lette correttamente
DALLA SECONDA ALLA QUARTA ELEMENTARE:
Graduale acquisizione del codice alfabetico e delle “mappature” Grafema-Fonema che non sono però pienamente stabilizzate.
Possono persistere difficoltà nel controllo delle “mappature” ortografiche più complesse.
L’ analisi e la sintesi fonemica restano operazioni laboriose e scarsamente automatizzate.
Migliora l’accesso lessicale anche se resta lento e limitato alle parole più frequenti.

DALLA QUINTA ELEMENTARE ALLA SCUOLA MEDIA
Padronanza quasi completa del codice alfabetico e stabilizzazione delle “mappature” Grafema-Fonema.
L’ analisi, la sintesi fonemica e l’accesso lessicale cominciano ad automatizzarsi, almeno con le parole di uso più frequente
Limitato accesso al lessico ortografico.
LA DIAGNOSI:
Una diagnosi vera e propria non andrebbe fatta prima della 2-3 elementare ma, se nelle prime fasi dell’apprendimento, si nota, oltre a un ritardo degli apprendimenti, anche un pregresso ritardo del linguaggio o si ha una familiarità del disturbo si può formulare una ragionevole ipotesi funzionale anche prima.
TRATTAMENTO:
Con i bambini dsa si fa abilitazione e non riabilitazione, in quanto si parla di un’abilità che non è andata persa, ma non è mai stata raggiunta. Si ha un periodi sensibile per l’apprendimento di certe abilità, una finestra evolutiva, che è massima tra la prima e la terza elementare per poi chiudersi lentamente, pertanto è necessario iniziare un percorso di abilitazione prima possibile. Se il soggetto è troppo grande e non si può più abilitare si può comunque aiutare insegnandoli ad usare gli strumenti compensativi e dispensativi previsti per legge.
Sono tutti quegli interventi che si attuano in fasi più avanzate del percorso scolastico (scuola media e oltre) quando ormai il disturbo è poco modificabile, o nelle situazioni in cui il disturbo è più severo, per cui non è più ragionevole ipotizzare un ripristino della funzione. e diventa invece necessario individuare le modalità più efficaci per “vicariarla”. Esistono numerosi tipi di ausili, più o meno sofisticati dal punto di vista tecnologico che possono essere utilizzati con vantaggio dall’alunno con DSA allo scopo di sopperire, anche solo parzialmente, alla funzione deficitaria. Per il bambino dislessico è per esempio utile l’uso di programmi di sintesi vocale, che trasformano il parlato in videoscrittura, e di “libri parlanti”.

STRUMENTI DISPENSATIVI:
Tra tali strumenti troviamo per esempio: assegnazione di compiti a casa in misura ridotta, possibilità di uso di testi ridotti non per contenuto ma per numero delle pagine ecc..
Su 10 bambini dislessici è stato stimato che: per 2 bambini il disturbo sparirà totalmente, senza risultare più neanche alle prove psicometriche
, per 5 bambini dai risultati ai test psicometrici potrà emergere qualche sfumata difficoltà ma, nella vita quotidiana, il disturbo sarà compensato del tutto
, solo 3 bambini non riusciranno a recuperare assolutamente le funzioni compromesse
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